Uno spazio dedicato al Maestro David Garrett,al violinista virtuoso, al giovane che ama il rock.
Racconti,interviste, musica, riflessioni. Senza ordine cronologico. Solo per passione.

Se non studio un giorno, me ne accorgo io. Se non studio due giorni, se ne accorge il pubblico. (Niccolò Paganini)

SITO UFFICIALE DI DAVID GARRETT

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venerdì 1 novembre 2019

"ILLIMITATO" DAVID GARRETT- IL TOUR 2019




" -Qual è l’outfit più “cool” per suonare dal vivo? 
David:- Mmmm… Il look? Più che i vestiti, credo che sia l’attitudine di una persona a definire se lei sia “cool” o meno”. Conta come ti poni sul palco». "
E ancora...
"-Ma un brano rock-metal è più facile da suonare rispetto a uno classico. O no?
 David:- Dipende dal livello della tecnica dei musicisti. Una canzone rock la puoi suonare facilmente oppure avere l’ambizione di arrangiarla in modo che richieda molta tecnica, come piace fare a me. In ogni brano che suono ho voglia di mettermi alla prova. Detto questo, c’è anche roba classica facile da suonare. Sembra sempre che la classica sia difficile e riservata ai virtuosi, ma non è sempre così." (da un'intervista su https://www.larena.it/)

Direi che le risposte di David  siano un po' l'essenza dei live, del suo modo di pensare e di ciò che vuole dare al pubblico.
Nessun limite tra i generi, nessun limite per lui che ambisce a creare nei concerti quellasimbiosi tra luci, suoni, colori e brani. Questi ultimi, suonati con rare interruzioni e suoi interventi, si intrecciano passando dal rock alla ballata, al pezzo classico puro e a quello rivisitato.
Tutto questo è stato UNLIMITED - GREATEST HITS - LIVE 2019. E soprattutto, tanto lavoro, molti viaggi, poco tempo libero. Ma con passione, tanta...e tanta volontà.

Un mese di Maggio intensissimo tra Germania, Svizzera e Austria :Chemnitz-Erfurt-Messe Erfurt,Berlino-Dortmund-Oberhausen-Colonia-Zurigo-Stoccarda-Hannover-Brunswick-Lipsia-Brema-Schwerin-Kiel-Amburgo-Mannheim-Francoforte sul Meno-Monaco di Baviera-Vienna.

Ripresa a Settembre : Tbilisi, Georgia-Arena di Verona-Reggia di Caserta-Tel Aviv-Istanbul-Skopje-Praga-Cracovia-Łódź-Danzica-Vilnius-Riga-Tallinn-Cruise with David & his band on the Queen Mary 2.

La crociera...ambita occasione di 'convivere' sulla stessa nave, assistere ai concerti- tre ne ha dati-nonché  workshop, jam session, lezioni, talk show ha concluso il tour soddisfacendo migliaia di persone provenienti da varie parti del mondo . E David li ha 'ringraziati con una sessione di autografi, quest'anno comodamente seduto su un tavolo, senza troppe etichette.
E così ci piace molto
                                                                                                                                         












































E  ricordiamo soprattutto i due concerti in ITALIA!
VERONA (giusto qualche assaggio...)



E IL CONCERTO NELLA STUPENDA CORNICE DELL'APERIA PRESSO LA REGGIA DI CASERTA. Concerto intimo ed elegante



Momento bellissimo con la sua mamma sul palco


Bel video da TEL AVIV

giovedì 22 agosto 2019

Claude Debussy, Clair de lune e David Garrett







CHIARO DI LUNA


Chiaro Di Luna è  un brano di Debussy nella Suite Bergamasque, in cui l’autore si ispira a una poesia del francese Paul Verlaine.



Votre âme est un paysage choisi 
Que vont charmant masques et bergamasques
Jouant du luth et dansant et quasi 
Tristes sous leurs déguisements fantasques.
Tout en chantant sur le mode mineur 
L'amour vainqueur et la vie opportune 
Ils n'ont pas l'air de croire à leur bonheur 
Et leur chanson se mêle au clair de lune,
Au calme clair de lune triste et beau, 
Qui fait rêver les oiseaux dans les arbres 
Et sangloter d'extase les jets d'eau, 
Les grands jets d'eau sveltes parmi les marbres.

La vostra anima è uno paesaggio prediletto
che vanno incantando maschere e bergamaschi
suonando il liuto e danzando, quasi
tristi nei loro bizzarri travestimenti!
Cantando in tono minore
l'amore vittorioso e la vita opportuna
non han l'aria di credere alla loro felicità
e il loro canto si fonde col chiaro di luna,
col calmo chiaro di luna triste e bello
che fa sognare gli uccelli negli alberi
e singhiozzare estasiati gli zampilli,
gli alti zampilli, slanciati fra i marmi.

“De la musique avant toute chose”, « Musica prima di tutto », cosi teorizzava Verlaine e in questa
poesia intitolata Chiaro di Luna, non solo parole e ritmo rispettano questo principio ma il tema stesso è musicale: personaggi mascherati usciti da un dipinto di Watteau, ballano (il Bergamasco è una danza popolare), suonano e cantano. L’atmosfera tuttavia non è allegra ma malinconica e sfumata. Come spesso avviene nella poesia di Verlaine, lo stato d’animo si materializza nel paesaggio, un parco indefinito sotto la luce incerta della luna.

CLAUDE DEBUSSY – Clair de Lune
E’ il terzo tempo della Suite Bergamasca, che quando fu pubblicata,non solo ottenne uno strepitoso successo tra i pianisti, ma venne trascritta anche per vari strumenti e complessi strumentali. La “Suite bergamasque” è una delle più famose suite pianistiche di Debussy: iniziò la sua scrittura nel 1890 a 28 anni ma non la pubblicò fino al 1905.

L’apertura del brano è come se fosse sospesa a mezz’aria. Degli accordi di sei suoni cantano all’inizio e preparano l’entrata di un nuovo tema morbidamente arpeggiato che progressivamente si
anima fino all’espansione lirica nel registro sempre più acuto; infine la prima sezione viene ripresa e
variata, concludendosi nella coda in dissolvimento
(fonte http://www.music-box.it/sites/default/files/pdf/ESAMI/AL%20CHIARO%20DI%20LUNA.pdf )

«La musica è una matematica misteriosa i cui elementi partecipano dell’Infinito. Essa è responsabile dei movimenti delle acque, del gioco delle curve descritte dalle brezze mutevoli; niente è più musicale di un tramonto. Per chi sa guardare con emozione, la più bella lezione di “sviluppo”, scritta in quel libro letto non abbastanza assiduamente dai musicisti, è la Natura». afferma Debussy

QUI "CLAIRE DE LUNE" eseguita da DAVID GARRETT




lunedì 12 agosto 2019

Le impressioni di David Garrett nel libretto dell'album giovanile "Ciajkovskij / Conus: concerti per violino"





 Dal libretto che accompagna l’album  inciso da David a Mosca e uscito nel 2001 Ciajkovskij / Conus: concerti per violino


ACQUISTABILE IN AMAZON A QUESTO LINK:



"IMPRESSIONI MOSCOVITE"
di David Garrett
 Il proposito di registrare a Mosca i concerti per violino di Tchaikovskij e di Conus mi ha offerto un’esperienza memorabile e commovente. Oltre alle impressioni artistiche raccolte in questo soggiorno, il viaggio nella Russia democratica di oggi è stato per me l’occasione di fare conoscenza con la patria dei miei avi e di scoprire le mie “radici” russe. La mia nonna paterna era dovuta fuggire dalla dittatura stalinista e il mio bisnonno era morto in un campo di concentramento in Siberia. Salendo sul palco, davanti al pubblico moscovita, ho sentito fuggevolmente la nostalgia che ha dovuto invadere l’animo di molti musicisti russi dopo aver lasciato il loro paese natale.
Per comprendere meglio la musica di Tchaikovskij, prima della registrazione avevo studiato molto da vicino la sua personalità. L’ambiguità del suo rapporto con le donne, le sue angosce di abbandono, dovute alla morte precoce della madre, una immaginazione particolarmente forte che minacciava di cancellare in lui il limite tra sogno e realtà sono alcune impressioni che, fra le altre, mi hanno aiutato a percepire nella musica il riflesso della sua vulnerabilità psichica e di tenerne conto nella mia interpretazione.
Ma le mie sensazioni personali in questo primo viaggio in Russia sono state ugualmente importanti. Nonostante l’ottima preparazione, mi mancava ancora un vero legame affettivo con la musica di Tchaikovskij. Arrivato a Mosca, il giorno prima della registrazione, decisi spontaneamente di fare una lunga passeggiata in centro città, e in quell’occasione incontrai un gruppo di ballerini di strada e degli eccellenti musicisti la cui espressività, slancio e temperamento mi avrebbero contagiato e ispirato.
La sera del giorno dopo, quando arrivai nella grande sala del conservatorio per la prima prova, fui immediatamente colpito dalla bellezza di quella sala da concerto. La sua atmosfera intima, da cui emanava un misterioso sentimento di benignità e sicurezza, controbilanciava perfettamente, per me, l’aspetto grandioso che avevo cercato, e trovato, nel concerto di Tchaikovskij. Pensando a tutti gli artisti che mi avevano preceduto in quella sala, mi sentivo invaso da una fierezza mista a venerazione. Il sentimento euforico che aveva risvegliato in me la sala, rischiarata dai radi candelabri, è indimenticabile, così come l’incanto della sua acustica del tutto particolare. Mi ricordo che l’introduzione dell’orchestra, che sa molto spesso di routine, irradiava quel giorno una magica bellezza. Si apriva davanti a me un universo di sogno, i cui segreti insondabili accendevano la mia curiosità.
L’Orchestra Nazionale di Russia, sotto la direzione di Michaïl Pletnev, esprimeva con una nobiltà incomparabile il carattere appassionato di quella musica. Suonare insieme divenne un atto di creazione perché in quell’istante scoprivamo l’opera come se fosse la prima volta. Grazie alla generosità della Pianificazione delle Registrazioni, ci siamo potuti lanciare in un vero percorso di esplorazione musicale che non sarebbe mai stato possibile nell’atmosfera sterilizzata di uno studio. Quella sera, dopo che l’ultima nota ebbe preso il volo, ci sembrò che lo spirito di Tchaikovskij fluttuasse intorno a noi e spero che questa sensazione sarà condivisa dagli ascoltatori del nostro CD." 





Si ringraziano Giulia Costa e Lisa Almagi per  la traduzione e il "David Garrett fan club Italy"



venerdì 9 agosto 2019

David Garrett il 17 settembre 2019 alla Reggia di Caserta: è già sold out. Riempiamo L'arena di Verona, ora!

E' stata una stupenda sorpresa la seconda data  che David Garrett ha voluto regalare all' Italia!
In tre giorni si è giunti al sold out  per 'Un 'Estate da re' che si svolgerà il 17 settembre all'Aperìa della Reggia di Caserta


L'evento promosso da IMARTS  (cliccare per aprire), in pochissimi giorni è già sold out !
A dimostrazione di quanto l'Italia apprezzi il nostro Artista, sia in veste classica (come saranno quasi tutte le serate di "Un'Estate Da Re" (cliccare per aprire) dal 28 agosto al 29 settembre 2019

QUALCHE NOTIZIA SULLA LOCATION...



L’immenso parco della Reggia di Caserta può vantare una serie di opere di assoluto prestigio. Al suo interno si celano laghi, cascate, giardini e addirittura un piccolo castello circondato da un fossato, in pieno stile medievale. Tra le tante meraviglie spicca l’Aperia, una delle prime opere realizzate durante la costruzione del complesso. Ma a cosa serviva originariamente?

Una cisterna per la Reggia di Caserta

Tra le caratteristiche più spettacolari della Reggia di Caserta merita sicura menzione la famosa via dell’acqua. Un lungo viale abbellito con vasche, canali sotterranei e cascate, impreziosito dall’effetto ottico che è possibile ammirare affacciandosi dal palazzo.

Per alimentare tutto questo Vanvitelli realizzò una delle opere più maestose del Settecento europeo: l’Acquedotto Carolino. Compito di tale meraviglia era (ed è tuttora) trasportare l’acqua necessaria per rifornire le fontane del parco. Circa 40 km di tubature che, con una semplice pendenza, consentono un approvvigionamento continuo alla rete idrica del complesso partendo dalle sorgenti del Fizzo. Ma in caso di guasto o periodi di siccità l’architetto napoletano aveva pronta un’alternativa

Vanvitelli realizzò infatti un’immensa vasca dove immagazzinare una riserva d’acqua piovana per fronteggiare qualsiasi imprevisto. Tale serbatoio si trovava proprio dove è collocata oggi l’aperia, vicino alla cascata che battezza il lungo vialone centrale. L’acquedotto vanvitelliano, tuttavia, si rivelò talmente efficiente da non render necessario l’utilizzo della cisterna. Ma perché il nome aperia allora


Da allevamento per le api a flora: l’evoluzione dell’aperìa

Con l’avvento dei francesi nel Regno di Napoli, la Reggia di Caserta divenne la residenza della nuova reggenza. Diverse modifiche ed interventi investirono il complesso, tra cui la sezione della cisterna. Questa venne trasformata in un allevamento di api per la produzione del miele (ecco il perché del termine aperìa). Le api svolazzarono felici nel loro ambiente per circa vent’anni, fino all’arrivo di Francesco II. L’ultimo Re delle Due Sicilie effettuò infatti alcuni interventi all’interno della Reggia, tra cui la riconversione dell’aperia in una piccola flora per la coltivazione di piante arboree. Lo spazio fu arricchito con la scultura di Tommaso Solari raffigurante Cerere, realizzata nel 1761 su volontà dello stesso Vanvitelli (ma mai utilizzata).

Il terreno venne diviso in cinque appezzamenti, soprannominati scolle, con ambienti riscaldati e raffreddati artificialmente. Un piccolo gioiello d’ingegneria in pieno stile Neoclassico.

Dopo la fine del Regno delle Due Sicilie, la Reggia di Caserta fu utilizzata principalmente dai corpi militari (qui si firmò uno dei documenti più importanti della Seconda guerra mondiale). L’area della flora voluta da Francesco II finì con l’essere quasi del tutto abbandonata. Negli ultimi anni, tuttavia, vari restauri hanno restituito a casertani e turisti la possibilità di scoprirne la bellezza. Ed ogni estate sono ormai di routine, al suo interno, concerti e spettacoli serali. Un modo davvero piacevole per godersi questa piccola meraviglia.



ORA, si tratta di riempire anche L'Arena di Verona' , restano dei posti in gradinata libera , economici, e da cui si può godere del fantastico spettacolo di proiezioni e luci e dove l'acustica è perfetta 



sabato 20 luglio 2019

David Garrett: Concerto per violino op. 77 di Johannes Brahms

Il Concerto per violino op. 77 è oggi universalmente considerato come una delle composizioni più riuscite di Johannes Brahms e rappresenta uno dei concerti per violino più famosi nella storia della musica.
Alle prime esecuzioni il Concerto apparve sicuramente piuttosto difficile sia a causa dell'ampiezza della sua concezione, sia per il linguaggio rigoroso adottato. La tradizionale contrapposizione tra solista e orchestra, solitamente dominata dal virtuosismo del solo, è ignorata dall'autore, che invece ricerca l'equilibrio fra solista e orchestra.
 I requisiti tecnici per gli assolo sono formidabili, con uso generoso di rapidi passaggi di scala e variazioni ritmiche.
Anche la scelta fatta da Brahms del Re maggiore per il concerto è significativa. Poiché il violino è accordato Sol/Re/La/Mi, le corde aperte aggiungono brillantezza al suono. È probabilmente per questa ragione che questa stessa tonalità è stata utilizzata in molti altri concerti, come in quelli di Beethoven e di Tchaikovsky. Nonostante capiti spesso, purtroppo, che i manoscritti dei capolavori musicali svaniscano nel nulla nel corso del tempo, il manoscritto originale del Concerto per violino di Brahms è fortunatamente assicurato alla posterità. Il violinista Fritz Kreisler lo ha infatti acquistato e nel 1948 lo ha affidato alla Library of Congress di Washington, dove è tuttora custodito.

Fonte : www.david-garrett-fans.com - 2007
Officiel Fansite International


Nel 2007, in Italia, David esegue questo concerto.
Qui stralci dall'articolo di https://milano.corriere.it/ del 23 febbraio 2007

"David Garrett, ecco il «bello» del violino"
È l'occasione per ascoltare un vero talento, un ragazzo che vive la vita e lo stile di oggi, ma che non gioca a modernizzare i classici
Con i capelli lunghi, la barbetta incolta, i jeans a vita bassa, il fisico (e le pose) da modello, David Garrett sembra più un cantante pop che non un violinista classico. Ma le perplessità di chi non ama lasciarsi ingannare dalle «icone» merceologiche si disperdono subito, appena lo si sente suonare. Il ventisettenne maestro (tedesco di Aquisgrana, ma di famiglia in parte statunitense) ha debuttato giovedì sera al teatro Dal Verme e torna ad esibirsi in replica sabato alle 17, con l'Orchestra dei Pomeriggi Musicali diretta da Gabor Otvos. È l'occasione per ascoltare un vero talento, un ragazzo moderno, che vive la vita e lo stile dei nostri giorni, ma che non gioca a modernizzare i classici. Tutt'altro. David Garrett è un ex enfant prodige: debutto a dieci anni con la Filarmonica di Amburgo, a 14 anni incideva Mozart con Abbado, a 17 suonava con Zubin Mehta e la Filarmonica di Monaco. Già allievo di Itzhak Perlman, vanta encomi illuistri: «Suona in un modo semplicemente meraviglioso» ha detto di lui Yehudi Menuhin. «È uno dei più dotati quattordicenni che io abbia mai ascoltato - ha dichiarato Isaac Stern -, anzi devo sempre ricordarmi che ha solo quattordici anni»

"Al Dal Verme, David Garrett propone un capolavoro dell'Ottocento, quale il Concerto per violino di Brahms. E con il suo violino Stradivari «San Lorenzo» del 1716 ne dà un'interpretazione sobria, ma molto lirica e luminosa. L'Orchestra, snella e tersa, e in questo poco brahmsiana, si accorda con singolare sintonia alla scioltezza cantabile del giovane solista, dal suono finissimo ed espressivo. Garrett ama tornire frasi minute e affilate, che il suo vibrato leggero mantiene intensamente romantiche, anche nella purezza del timbro. Con exploit di alto virtuosismo, specie nelle difficili scale di accordi nel primo Allegro"

Proponiamo due video dove è lampante l'affezione e l'ammirazione di questo grande autore , a  metà tra le tradizioni 'tzigane', il Romanticismo e la gioia delle 'improvvisazioni', soprattutto affidate al violino.

venerdì 7 giugno 2019

Un cannone che 'spara' poesia, potenza e magia: il violino di Niccolò Paganini e il genio di David Garrett





UN PO' SI STORIA:

Il violino di Niccolò Paganini è un Guarneri del Gesù fabbricato da Giuseppe Guarneri (detto anche "Guarnerius") nel 1743, trentanove anni prima della nascita del violinista genovese.
Gli storici paganiniani non sono ancora riusciti a identificare la persona che gliene fece dono: è probabile che sia stato un certo Livron, dilettante e uomo d'affari che operava a Livorno nel 1802.

Paganini chiamava il violino affettuosamente "il mio cannone" a causa del suo suono robusto....

Il Guarneri rappresentava per Paganini il prolungamento di se stesso, una specie di "longa manus", quasi un essere umano, capace di un vero e proprio "comportamento". Quando per ragioni di salute, Niccolò fu costretto a non usarlo per qualche tempo, ecco che lo strumento protestava: "il violino - scrive Paganini - sta con me alquanto corrucciato".....



Col passare degli anni la voce del suo "Cannone" si fa sempre più flebile, come la sua stessa voce, ormai destinata ad ammutolirsi del tutto a causa della tisi laringea che lo affligge da tempo. Alla sua morte, avvenuta a Nizza nel 1840, il Guarneri e una ricca collezione di altri strumenti ad arco passa al figlio Achille, ma secondo una precisa disposizione contenuta nel testamento, il Guarneri viene legato alla città di Genova "perché fosse perpetuamente conservato". Varie vicende di carattere ecclesiastico legale e burocratiche ritardano la consegna ufficiale dello strumento alla città natale di Niccolò, finchè nel luglio del 1851, con apposita cerimonia, il violino viene consegnato al Comune di Genova.
Nel 1937 il violino viene nuovamente aperto e restaurato dal liutaio Cesare Candi.
Il "Cannone" si può ammirare in una sala di Palazzo Tursi, sede del Municipio di Genova, all'interno di una teca, insieme alla copia del Vuillaume.

qui IL LINK dell'intero articolo scritto da Edward Neillhttps://www.niccolopaganini.it/il_cannone.php



Prima del concerto al Carlo Felice di Genova, il 14 Aprile 2016 David Garrett è stato ospite a Palazzo Tursi dove ha avuto l'onore (per sua stessa ammissione) di suonare il famoso Cannone di Paganini

 “Uno strumento è come un’opera d’arte – dice – ma la differenza è che lo strumento lo usi, è un pezzo di storia, parla anche di chi lo ha posseduto”



E ci ha deliziato così... Con uno dei brani della colonna sonora del film Il Violinista del Diavolo, "Io ti penso amore" , dove interpretava Paganini



venerdì 5 aprile 2019

David Garrett, Unlimited Greatest Hits – Un nuovo album e un nuovo tour per i 10 anni di carriera nel crossover

Questo Blog, come detto all' inizio,è una raccolta di pensieri, riflessioni, video, che riguardano David Garrett in tutto il suo percorso di violinista talentoso ed originale.

Ora, tuttavia, non posso prescindere dal 'promozionare' l'ultimo lavoro e l'imminente tour .
Questa diffusione, oltre che doverosa da parte di chi lo segue, è anche un 'auspicio'per poter godere di altri concerti in Italia. Perchè i seguaci dell'artista sono sempre più numerosi....perchè la musica di David e, soprattutto il modo di porla al pubblico, non può che catturare.
 E difficilmente si esce da questa bellissima 'rete di note' !



“Unlimited”, il primo Greatest Hits di David Garrett in uscita il 26 ottobre 2018, somma perfettamente il percorso intrapreso fino ad oggi dal celebre violinista: contiene 21 canzoni (37 nella Deluxe Edition).

Garrett, 5 volte vincitore dell’ECHO Klassik e 3 volte dell’ECHO Pop, rivisita i suoi hits partendo dal 2007 come “Viva La Vida,” “Smells Like Teen Spirit,” “Cry Me A River,” “Dangerous,” and “He’s A Pirate” (“Pirates Of The Caribbean”). Ma c’è anche molto materiale nuovo ed esclusivo: Garrett non solo ha registrato 6 nuovi brani per festeggiare i suoi 10 anni di brillante carriera crossover, ma ha aggiunto 4 nuove versioni acustiche di “Smooth Criminal,” “Walk This Way,” “Air,” “Asturias” oltre a un nuovo arrangiamento del brano “Toccata”.

«Per me è stato importante aggiungere qualcosa rispetto ad un tradizionale Greatest Hits. Sono voluto andare oltre così, anziché presentare solo le hits, l’idea è stata quella di aggiungere qualcosa di nuovo, registrare nuove canzoni mai fatte prima – afferma David Garrett -. Questo album significa molto per me perché segna un momento importante: il mio 10° anniversario. Naturalmente ho voluto celebrarlo con i miei fans, perché ho voluto ringraziarli con questo album. È un grande e sincero grazie ai fans per la loro lealtà, per aver sempre creduto in me, come uomo e come musicista. Il mio modo di dire grazie è presentare queste nuove canzoni, 6 classici che occupano un posto veramente speciale nel mio cuore». Le nuove interpretazioni di Garrett comprendono “Leningrad” (Billy Joel), “The Show Must Go On” (Queen), “Musica É” (Eros Ramazzotti), “She’s Out Of My Life” (Michael Jackson), “The Best Of Me” (David Foster) e “Hey Jude” (The Beatles).

David Garrett – Unlimited (Greatest Hits) è disponibile in versione standard (1 CD, 21 tracks), Deluxe Edition (1 CD, 21 tracks con Bonus CD con 16 tracks) e digitale.

CD1
1. Smooth Criminal (Acoustic Version 2018)
2. He’s A Pirate (“Pirates Of The Caribbean”)
3. Leningrad (2018)
4. Walk This Way (Acoustic Version 2018)
5. The Show Must Go On (2018)
6. Air (Acoustic Version 2018)
7. The 5th
8. Asturias (Acoustic Version 2018)
9. Musica É (2018)
10. Viva La Vida
11. Toccata (New Arrangement 2018)
12. Nothing Else Matters
13. Smells Like Teen Spirit
14. She’s Out Of My Life (2018)
15. Summer
16. Cry Me A River
17. Kashmir
18. The Best Of Me (2018)
19. Dangerous with the Royal Philharmonic Orchestra & Franck van der Hejden
20. Purple Rain
21. Hey Jude (2018)

CD2 (DELUXE EDITION ONLY)
1. Bitter Sweet Symphony
2. November Rain
3. Bolero
4. Duel Guitar Vs. Violin
5. Hungarian Dance No. 5
6. Summertime
7. The 5th (Ben Preston Remix)
8. Little Wing
9. Zorba’s Dance
10. Ain’t No Sunshine
11. Ma Dove Sei with Andrea Bocelli
12. I Have A Dream
13. Explosive with the Royal Philharmonic Orchestra & Franck van der Hejden
14. Por Una Cabeza with Martynas
15. Ode To Joy with Katherine Jenkins
16. Io Ti Penso Amore with Nicole Scherzinger




QUI TUTTE LE DATE DEI CONCERTI FINORA UFFICIALI 
https://www.facebook.com/pg/davidgarrettofficial/events/?ref=page_internal




Intervista a David - significato del titolo dell'album.
Unlimited è un motto di vita musicale per me. Ho sempre esteso i confini musicali, quindi dopo 10 anni di crossover è il concept perfetto per questo album!
Ottieni unlimited - i più grandi successi qui: http://bit.ly/david-album

venerdì 15 marzo 2019

L'anima di David Garrett nelle opere di Giuseppe Tartini

L'italiano Giuseppe Tartini ogni volta che sentiva suonare con destrezza diceva: «Questo è bello, questo è difficile, ma non parla all'anima!».

 David Garrett in questo 'Trillo del Diavolo' di Tartini fa arrivare il suo violino all'Anima. E' qui la sua grandezza! (p.s. Notare i giovani dell'orchestra che 'guardano' più David che non il direttore  ...! )

  Secondo un aneddoto, riportato dall'astronomo francese Jérôme Lalande nel libro "Voyage d'un Français en Italie, fait dans les années 1765 et 1766" ("Viaggio di un francese in Italia, fatto negli anni 1765 e 1766"), l'ispirazione che porterà alla nascita della sonata Il trillo del diavolo deriva da un sogno, fatto in una notte del 1713, descritto così dal compositore: «Una notte sognai che avevo fatto un patto e che il diavolo era al mio servizio. Tutto mi riusciva secondo i miei desideri e le mie volontà erano sempre esaudite dal mio nuovo domestico. Immaginai di dargli il mio violino per vedere se fosse arrivato a suonarmi qualche bella aria, ma quale fu il mio stupore quando ascoltai una sonata così singolare e bella, eseguita con tanta superiorità e intelligenza che non potevo concepire nulla che le stesse al paragone. Provai tanta sorpresa, rapimento e piacere, che mi si mozzò il respiro. Fui svegliato da questa violenta sensazione e presi all'istante il mio violino, nella speranza di ritrovare una parte della musica che avevo appena ascoltato, ma invano. Il brano che composi è, in verità il migliore che abbia mai scritto, ma è talmente al di sotto di quello che m'aveva così emozionato che avrei spaccato in due il mio violino e abbandonato per sempre la musica se mi fosse stato possibile privarmi delle gioie che mi procurava.»


 

sabato 9 marzo 2019

David Garrett e le 'sue' composizioni


In questa intervista italiana, in occasione del tour dell'ottobre scorso, David spiega i 'non-confini' tra i vari generi e si definisce semplicemente un musicista che ama suonare...


Tuttavia, accanto ai ri-arrangiamenti, mi piace porre l'accento sulle composizioni 'originali' dello stesso David che hanno tutte un denominatore comune: una forte melodia, qualche nota malinconica, insomma una musica che forse esprime una buona parte del 'sentire' del nostro artista.

 “Furious”, “Explosive”, o "Rock Prelude" dall'album Encore  hanno potenza e ritmo, altre, non molto diffuse, ci regalano un Garrett più dolce e romantico.

Mi riferisco a "Eliza's  Song"  da Virtuoso -2007, "New Day ","Chelsea Girl", "Winter Lullaby"  tutte da Encore 2008 . Proseguendo con "80s Anthem" ,"Rock Symphony"  da Rock Symphonies 2010, "Ma Dove Sei" e Melancholia/Lost Memory,da  Garrett Vs Paganini 2013 e  "Serenity instrumental", "Midnight Waltz"  da "Explosive"   2015.

In merito all'ultima traccia-che sembra essere dedicata a sua madre, ex prima ballerina-, David dice:  " Midnight Waltz è la mia interpretazione di un genere tradizionale e amato. Mentre stavo scrivendo, mi sembrava di usare un approccio leggermente diverso. Storicamente un valzer è sempre noto per essere molto leggero e positivo. Volevo cambiarlo e creare qualcosa di un po' più scuro con più profondità " .

Ascoltare alcuni di questi brani composti da lui, è l'unico modo per cogliere quel 'denominatore comune' sopra citato , e che fa entrare un po' meglio nel cuore di David , motore primario che lo spinge a comporre, suonare, emozionarsi, emozionare .








giovedì 28 febbraio 2019

Esattamente il 28 febbraio di due anni fa, David Garrett a Torino Auditorium Rai


David Garrett (fonte immagine: http://www.orchestrasinfonica.rai.it/)

"...Poi capita molto spesso che nel panorama dei talentuosi musicisti si affaccino anche persone particolarmente dotate di talento, di luminosità e soprattutto di quella capacità di saper comunicare talmente tanto con le loro esecuzioni, che non basterebbero libri e tomi per raccontarlo.

Così è successo questo martedì sera all’Auditorium Rai Toscanini, dove si è svolto in orario serale il “Concerto di Carnevale”, durante il quale l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai è stata diretta da uno straordinario Ryan MacAdams e ha ospitato sul palco il violinista tedesco David Garrett.

Una serata che già nel suo programma si riprometteva di essere particolare e sicuramente molto divertente: infatti, in occasione del martedì grasso, l’orchestra ha eseguito parecchie composizioni, brevi e allegre, quanto efficaci e che hanno fatto scappare un sorriso a tutto il pubblico. Quest’ultimo si è mostrato fin da subito eterogeneo: ragazzi e ragazzi di tutte le età, mamme e papà con i loro figli per potersi godere una serata durante le vacanze scolastiche, adulti e anziani tutte quanti incantati e silenziosi, concentrati solo sull’ascolto della musica.

Chi l’ha fatta da protagonista è stato indubbiamente il direttore d’orchestra: Ryan MacAdams, americano, classe 1982. Tolti questi dettagli, è stato in grado di trasmettere una tale energia ed empatia durante le due ore di concerto, che tutti gli occhi erano su di lui, sulla sua gestualità, sulla sua simpatia anche quando ha cercato di parlare correttamente in italiano, un po’ stentato, ma trasmettendo un messaggio profondo e sincero. Un giovane uomo dell’arte che durante un’esibizione della serata, sentendo provenire da un angolo della sala il pianto di un neonato, si è girato e ha lanciato una bacio con la mano verso la mamma del bimbo. Un piccolo, sincero gesto di tenerezza che ha rotto un pochino gli schemi da quella che è spesso il clima di austerità e religioso silenzio che caratterizza un concerto di musica classica."


Il secondo protagonista della serata (anche se appariva e scompariva dal palcoscenico a seconda dei pezzi proposti) è stato David Garrett: violinista, tedesco, alto, biondo e incredibilmente bravo. Un ragazzo che ha saputo unire la musica rock con quella classica, ha messo insieme Vivaldi e gli U2 e non solo, ma così facendo ha avvicinato nuovamente un pubblico più giovane, magari più restio all’ascolto della musica puramente classica. Due ore di assoluta e completa qualità, che ti lasciano un po’ di tristezza nel momento in cui finiscono, in quanto ne vorresti ancora e le tue orecchie non sembrano affatto stanche. Un concerto da risentire e da rivedere, con la possibilità di ascoltarlo su Radio 3 per il programma “Radio 3 Suite” e rivederlo su Rai 5.




sabato 16 febbraio 2019

L'espressività di Fritz Kreisler sulle corde del violino di David Garrett













Fritz Kreisler è ricordato come uno dei più grandi violinisti di tutti i tempi (di lui si ammiravano in particolare la dolcezza del suono e la qualità espressiva del fraseggio), e anche per il curioso vezzo che ha caratterizzato la sua attività di compositore. Infatti scrisse, nello stile di maestri del passato, numerose pagine che presentava come "revisioni" di opere originali da lui rinvenute in fondi dimenticati e in oscure biblioteche.
Solo nel 1935 rivelò di esserne l'autore, suscitando lo sconcerto, e anche l'irritazione, dei critici, ai quali replicò rinfacciando loro di averle prese per buone: «il nome cambia, ma il valore resta», commentò. Tra i 'falsi' kreisleriani più celebri sono il Preludio e Allegro - spacciato per un'opera del torinese Gaetano Pugnani (1731-1798)
 (Tratto da : http://www.resiartists.it/it/projects.php?project=1 )




Compose pezzi virtuosistici per violino, tra cui Tamburino cinese, Capriccio viennese (che ebbe talmente fortuna da conoscere anche trascrizioni pianistiche)

mercoledì 13 febbraio 2019

'Viva la vida' , David Garrett: la scelta non casuale di questo pezzo per i suoi crossover

E indubbio che 'VIVA LA VIDA' dei Coldplay  sia il brano crossover  di David Garrett più  noto al pubblico e certamente anche molto caro al nostro violinista.


Intanto è lui stesso a dichiarare di aver trovato interessante usare il plugin del pedale per un violino classico,cosa che non era stata fatta prima. Ciò gi ha permesso di creare tutta una gamma di melodie intorno a questo pezzo con un solo strumento.
IN QUESTA INTERVISTA ITALIANA CI DICE COME... 


Per la prima volta il brano  " Viva la vida " è stato rilasciato nell'album " Music " del 2012, ma non c'è concerto in cui non l'abbia eseguito

Significati più profondi, tuttavia, sono attribuiti a questo pezzo apparentemente gioioso...
Il titolo della canzone, “Viva la vida”, è ispirato al quadro della pittrice Frida Kahlo , artista messicana della prima metà del Novecento dalla vita assai travagliata (era affetta da spina bifida, soffriva di dolori cronici e in seguito ad un incidente dovette sottoporsi a 32 interventi) eppure dopo tutto ciò ha voluto realizzare un grande quadro in cui si leggeva, appunto, Viva la Vida.. La frase di inno alla vita scritta da un’artista che ha vissuto tutte queste sventure ha colpito in modo particolare Chris Martin, frontman dei Coldplay che scrive: "Lei stava vivendo dolori insopportabili e eppure crea questo quadro spettacolare che chiama " Viva la vida ", ammiro il suo coraggio."


 Questa frase che spinge all'ottimismo, alla speranza, alla determinazione,al superamento degli ostacoli,  DAVID GARRETT  la fa sua  imprimendola  su un  braccio 
-foto del 29 ottobre 2017 dal Facebook Ufficiale di David Garrett 



da Vimeo, scene dal backstage del video originale 


Behind the Scenes David Garrett Music Video Viva La Vida from Malcolm Targett on Vimeo.

mercoledì 6 febbraio 2019

David Garrett e il Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 35 di Čajkovskij





"Di fatto è una delle pagine di più straordinario virtuosismo che per violino siano mai state scritte, e soprattutto nel primo e nell'ultimo tempo al solista sono affidati compiti veramente trascendentali. Le idee musicali in se stesse non sono tra le più felici che abbia concepite Čajkovskij ma ciaikovskiana al cento per cento è l'impostazione di tutta l'opera, nei suoi episodi enfatici come in quelli più liricamente raccolti. L'"Allegro moderato" iniziale è costruito in una forma di sonata trattata peraltro in maniera tutta personale, mentre nella "Canzonetta" troviamo l'idea melodica forse più genuina di tutto il Concerto (si noti all'inizio della parte solista una singolare reminiscenza verdiana). "L'Allegro vivacissimo" conclusivo è la pagina di più brillante virtuosismo del Concerto: i temi si rincorrono, si superano, si variano, conseguendo straordinari effetti di sonorità, dove sarebbe vano ricercare una profonda necessità d'espressione"
 (fonte: GUIDA ALL’ASCOLTO DELLA MUSICA SINFONICA Giacomo Manzoni Feltrinelli 1966 PAG. 131)

Appassionante e coinvolgente, denso di  varietà melodiche: malinconia, dolcezza e poi toni più affettuosi e delicati , fino ai festosi ritmi che ci rimandano al folclore russo. E inoltre,
attacchi pieni di tensione del violino solista.
Regala sensazioni spontanee di felicità, è  come una stretta di mano sincera e , riascoltato anche a distanza di anni, è come rivedersi con un caro amico.
Čajkovskij si era allontanato dai canonici schemi formali della tradizione classica e David Garrett  è perfettamente a suo agio in questo: fa sue tutte queste sfumature, queste coloriture per un'esecuzione ancora più 'personale' distinguendosi decisamente-come sempre, d'altronde- per estro, potenza, rigore.Sotto il segno di un travolgente dinamismo e di una vertiginosa fertilità di idee.

Qui l'esibizione al  George Enescu Festival nel settembre 2017 



“Il violinista arriva realmente alla suprema grandezza quando non è più lui che suona il violino ma quando l’arco strappa dall’anima sua, e non dalle corde, le note più imploranti e desolate.”
Giovanni Papini, “Il sacco dell’orco”

giovedì 31 gennaio 2019

David Garrett:la musica classica e gli altri generi non si incontrano, si completano



 "Partirei dal Rock, genere amato, discusso, suddiviso spesso in varie categorie, per snocciolare questo articolo che ha lo scopo di ‘presentare’ a chi lo conosce, poco o tanto, a chi ne sente solo parlare, a chi lo ignora, il violinista di fama mondiale David Garrett.

Siamo alla fine degli anni sessanta ed alcuni pionieri iniziano a guardare al mondo della musica classica come riferimento per comporre, non una canzone ma lunghi brani con un tema di fondo che via via si arricchisce, racconta una storia, si dipana fino al finale. Parlo dei cosiddetti “concept album” e delle suites, movimenti tipici delle opere classiche. Nascono vere e proprie sinfonie rock. Qualche nome? Genesis e Pink Floyd, Deep Purple, Queen, R.E.M….

Direi quindi che si tratta di legami tra culture, intanto, non contaminazioni, e poi di comprendere che la musica classica è alla base di un albero genealogico di suoni e tendenze che si ramificano generando nuove esperienze e nuove sensibilità. E’ un bagaglio di duemila anni di musica, così come noi proveniamo dall’antichità greca e romana e i suoi miti: anche se non li si conosce bene, sono le nostre radici.

E David Garrett è soprattutto un violinista classico, nel senso più pieno del termine.

Qualche nota biografica giusto per capire di chi si parla. All’età di quattro anni suo padre comprò un violino destinato al fratello maggiore Alexander. Fu David, invece, a essere maggiormente incuriosito dallo strumento che imparò a suonare nel giro di pochissimo tempo. Un anno dopo, prese parte a un concorso musicale e lo vinse. A 7 anni iniziò a studiare violino al Conservatorio di Lubecca e all’età di 12 anni arrivò la sua collaborazione artistica con l’illustre violinista polacca Ida Haendel. Quest’esperienza gli offrì la possibilità di viaggiare nelle principali città del mondo, molto apprezzato dal pubblico.
La Filarmonica di Amburgo, riconosciuto l’ineguagliabile talento, lo convocò per una collaborazione, facendolo diventare il più giovane artista ad avere tale privilegio. La strada verso il successo iniziò nel 1994, a soli quattordici anni, quando David stipulò il suo primo accordo con la Deutsche Grammophon per l’incisione di alcune opere come solista. Intanto, lascia la famiglia e nel 2004 si diploma alla scuola di arte Juillard di New York. Il giovane David Christian Bongartz – suo vero nome – ha deciso di dimostrare a se stesso le vere capacità, non smette di migliorarsi ed accetta le ‘sfide’ del mondo della musica classica. Con ore ed ore di esercizi e studio, chiaramente. Per dirla con Paganini: “Se non studio per un giorno me ne accorgo solo io, se non studio per due giorni se ne accorgono tutti”. E Garrett studia anche in auto, spostandosi da un posto all’altro per concerti, nelle camere degli hotel, ovunque sia possibile, insomma, portando a spalla sempre il suo prezioso Stradivari. Istinto e dedizione, non genio e sregolatezza come mi ritrovo a leggere qua e là in brevi e affrettate recensioni. Che la genialità esista in lui non vi è dubbio: la tecnica è abbinata ad un gusto raffinato di ‘modificare’, senza toglierne l’essenza, anche pezzi classici da sempre suonati seguendo rigorosamente uno spartito. David Garrett non legge spartiti, le note le ha ben chiare nella testa e sulla punta dei polpastrelli pertanto gli è concesso anche rallentarle, accelerarle, consapevole che l’orchestra lo segue, lo osserva e la sintonia è assicurata. Non per niente suona con le migliori orchestre e, nei crossover, ha una band affiatatissima, dove basta un’occhiata per intendersi.

I crossover! Eccoci al punto. ‘Letteralmente’, in ambito musicale, crossover è un termine usato per descrivere materiale preso in prestito da generi differenti la cui popolarità supera i confini convenzionali della musica e dei suoi stili. E, come dicevo all’inizio, non è contaminazione ma ‘fusione’, che è ben diverso.

Ebbene sì, il violinista in questione, dopo aver prodotto album prettamente classici, dal 1995 al 2008, con vari dischi d’oro e di platino decide di donare parte dell’anima rock che vive in lui come in molti giovani del suo tempo alle corde del suo violino. E, per favore, non lo si definisca più sex-symbol, rockstar del violino, quando non si scade in termini quali ‘metallaro’ e simili. E’ un giovane artista, usa un abbigliamento informale, degli anelli e collane di ottimo impatto e mai volgari e qualche ‘bel’ tatuaggio (se ne vedono di orrendi in giro, in verità!)

E allora? Cosa tolgono questi dettagli alla grande carica emotiva che trasmette un concerto, classico o crossover che sia, di un David Garrett? Di certo il suo bell’aspetto aiuta ma aiuta perché nelle esecuzioni è sempre appassionato, coinvolgente, sorridente. David ‘parla’ attraverso il violino e comunica col pubblico attraverso sguardi sempre garbati e rispettosi. Bach, Mozart, Beethoven, Mendelssohn, Paganini, Bruch, Ciajkovskij, Dvorak, Prokofjew, Vittorio Monti, Edward Elgar e Kreisler eseguiti in sale classiche, catturano l’attenzione di un pubblico che vai 4 ai 90 anni, un pubblico che non può restare indifferente davanti a tanta maestria e scioltezza.

Brian May, Angus Young, Slash, Kirk Hammett, Jimmy Page, Kurt Cobain , Axl Rose , Michael Jackson, Prince, Cold Play, Eminem, sono solo alcuni dei nomi suonati nei crossover e magicamente quel violino ‘canta’ oltre a far diventare, ad esempio, un pezzo rap come Lose Yourself una vera e propria sinfonia. Però – attenzione – il suo viso, i lineamenti, cambiano notevolmente quando si accinge a suonare un pezzo classico, sebbene ‘rivisitato’: è più immerso, chiude gli occhi, è attento alle sue stesse dita che scivolano sulle corde e la sensazione è quella di enorme riverenza verso i grandi del passato che hanno lasciato in eredità questi gioielli artistici. Rispetto solenne per la classica, dunque, e rigore, fantasia e divertimento nei crossover. Laddove per divertimento si intende un lavoro cesellatissimo di adattare ad uno strumento ad arco melodie pop-rock senza stravolgerle.

Questo artista di fama mondiale viene spesso in Italia e chi ha avuto modo di ascoltarlo in entrambi i ‘generi’ non potrà che dar ragione a quanto scritto. Non fa il divo, Garrett, anzi lo si percepisce come familiare, non distaccato, anche dalle tavole di un Auditorium riservato solitamente al pubblico colto di classica...." 

-tratto dall'articolo publicato in QUESTO LINK 

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2007 - Virtuoso - disco di platino in Germania.

PRIMO ALBUM CROSSOVER di David Garrett (cliccare sulle foto per acquistare in Amazon)






In questo album, spicca, tra gli altri, 'Toccata', una deliziosa versione rock del grande Back (non è come quella dell'album Rock Symphonies)  che, nel video in basso, fa da colonna sonora ad un'esibizione di tango e, a seguire, David Garrett che la suona in concerto a Toronto nel 2009







lunedì 28 gennaio 2019

David Garrett, quel violinista è un fuoriclasse !












(foto con copyright  )


E' il titolo di un articolo del 2008 de 'La Nazione', in occasione dell'ennesima presenza al Museo del Bargello, Firenze.

David Garrett, fin dal 2005-forse anche prima, ma pochi lo sapevano se non chi frequentava sale di classica- ogni anno si è esibito in questa suggestiva cornice, diretto dal Maestro Lanzetta.
L'Orchestra da Camera Fiorentina ha avuto l'onore di suonare con lui, violino solista, infatti, nel 2006 nel 2007, nel 2008.

Nel'articolo-intervista si dice:
 Un fuoriclasse come può essere Valentino Rossi: anche se uno non capisce niente di moto sente che lui è diverso da tutti, che è un genio. Ecco cos’è David Garrett, l’altra sera mezz’ora secca di applausi al museo del Bargello, gente in piedi che non se ne andava. Musicisti ospiti estasiati nell’ascolto di un artista unico nel suo genere.

Garrett, come è iniziata la sua avventura musicale tra violini di valore come Stradivari e Guarnieri?
"Ho un fratello più grande che suonava, ho ricalcato le sue orme. E ho mio padre, esperto di liuteria ad alto livello. E’ una vita che sto in mezzo alla musica. Per me è stato facile".

Lei spazia con naturalezza dalla musica barocca al moderno. Come fa?
"E’ una cosa naturale per me. Anche se la mia grande passione è la musica da camera, tra i pianisti con cui collaboro i sono Golan, Gortler Cernyavska. Ma quello che mi sta particolarmente a cuore è riuscire ad entusiasmare i giovani per i concerti di musica classica. Per questo ho recentemente inciso un cd con la Decca 'Free' che ha proprio la finalità di stabilire un contatto coi più giovani con composizioni di pezzi e melodie di cui mi sono sempre occupato".

Un look fresco, camicia e jeans, un viso candido e i capelli raccolti in un codino...studiato?
"Assolutamente no. Io sono così al naturale. Ma ho avuto un’esperienza anche come fotomodello a New York e forse questo mi torna utile oggi davanti a una platea".

Lei è nato nel 1981 a Aquisgrana, in Germania: a quando risale la sua prima apparizione?
"Avevo 10 anni ed ero con l’Orchestra filarmonica di Amburgo sotto la direzione di Gerd Alberecht. Ma è stato importante poi lavorare anche con la grande violinista polacca Ida Haendel che ha aiutato molto la mia formazione artistica"

Cosa ricorda della collaborazione col maestro Mehta?
"Tutto, ricordo una cosa bellissima, una grande esperienza a Milano a febbraio scorso, e in Israele dove con l’Orchestra filarmonica di Israele ho tenuto undici concerti. Un’esperienza molto bella, indimenticabile".

Qui a Firenze lei ci è arrivato con il maestro Giuseppe Lanzetta conosciuto in Germania. Stasera sarete insieme al Bargello con l’Orchestra da Camera Fiorentina...
"Sì e sono molto felice di questo. Con lui suono benissimo e sono felice di quello che riusciamo a fare insieme".

Cosa vede nel suo futuro?
"Io sono uno a cui piace quello che fa, che prende la vita come va, con tutto quello che gli si presenta. E che non ha pretese nei confronti del futuro. Per ora va bene così".


Video delle preziose esecuzioni fiorentine del 2007  si trovano nel canale del Maestro Lanzetta a questo linkhttps://www.youtube.com/watch?v=fGqKfalTjyI&list=PL7EC2EAA4CA8C717A

Qui nel 2008, con ovazioni ed applausi interminabili!



 NOTA :(luglio 2008 DA UNO DEGLI ARTICOLI )
Dopo uno straordinario concerto tenuto ad Aachen da Giuseppe Lanzetta con la sinfonica di quella città (con David Garrett come solista), è nato un connubio molto fortunato tale da portare Garrett in Italia, prima con l’Orchestra da Camera Fiorentina e poi in tantissime città Italiane che nel giro di soli tre anni hanno potuto apprezzare il grande repertorio del violinista tedesco con la preziosa collaborazione del direttore Giuseppe Lanzetta. Anche nei prossimi anni, Lanzetta e Garrett saranno impegnati insieme in festival italiani e stagioni concertistiche europee. Garrett ha una grande passione anche per la musica da camera. Tra i pianisti con cui collabora si ricordano Itamar Golan, Daniel Gortler e Milana Cernyavska. Nella stagione 2007/2008 una tournée di recital lo porterà in Germania, Corea, Giappone e in altri paesi ancora. Ciò che sta particolarmente a cuore è riuscire ad entusiasmare i giovani per i concerti di musica classica. Volentieri e con regolarità dà interviste sui suoi concerti, con i quali, insieme alle foto, vuole riavvicinare i giovani alla musica classica. È molto fotogenico e la sua esperienza come modello, raccolta negli anni trascorsi a New York, gli torna utile. La sua più recente produzione, il nuovo CD “free” con DECCA, che si propone di risvegliare l’interesse dei giovani per la musica classica, contiene arrangiamenti e proprie composizioni di pezzi e melodie, di cui si è sempre occupato. Il CD ha già scalato le classifiche di musica pop dell’Asia sud-orientale. Con la sua band, composta da tastiere, chitarra e batteria, tiene concerti che nella prima metà prevedono l’esecuzione di sonate classiche (accompagnate da pianoforte a coda) e nella seconda metà presentano arrangiamenti e proprie composizioni, fino a Nothing else matters dei Metallica.

Nato ad Aquisgrana e di origine tedesco-americana, David Garrett inizia lo studio del violino all’età di quattro anni e fa la sua prima apparizione pubblica a 10 anni con l’Orchestra Filarmonica di Amburgo sotto la direzione di Gerd Albrecht. Nel 1992 inizia a lavorare con la grande violinista polacca Ida Haendel, che influenzerà notevolmente la sua formazione artistica. Inizia poi una carriera senza precedenti del bambino prodigio che lo porta in tutte le importanti città europee, americane e giapponesi dove suona con le più significative orchestre, fra cui l’Orchestra Filarmonica di Londra, l’Orchestra Filarmonica di Los Angeles, l’Orchestra Filarmonica di Israele, l’Orchestra Nazionale Russa, l’Orchestra Nazionale di Parigi, l’Orchestra del Mozarteum, l’Orchestra da Camera Europea, la Staatskapelle di Dresda e molte altre, sotto la direzione di illustri Maestri quali Claudio Abbado, Zubin Mehta, Giuseppe Sinopoli, Herbert Blomstedt, Charles Dutoit, Eliahu Inbal e Mikhail Pletnev. Nel 1996 David Garrett esegue il Concerto per violino di Elgar con la Royal Philharmonic Orchestra diretta da Sir Yehudi Menuhin al teatro Wiener Musikverein di Vienna. A 18 anni si trasferisce a New York ed è uno dei primi studenti di Itzhak Perlman alla Juilliard School. L’esperienza di lavoro con Itzhak Perlman lo aiuta a ritrovare se stesso come musicista, a sviluppare un proprio linguaggio musicale e a prepararsi ad una vita dedicata alla musica. Flessibile dal punto di vista stilistico, sviluppa un repertorio eclettico che va da Bach e Mozart ai grandi concerti classici per violino di Beethoven, Brahms, Sibelius e Tschaikowski, ai concerti di violino raramente eseguiti di Conus, Schumann e Dvorák sino ai pezzi virtuosi di Waxman, Ravel e Saint-Saëns e che lo distingue a livello internazionale come solista straordinario dal puro suono seducente e pieno di verve giovanile. Nel 1994, all’età di 13 anni, David Garrett firma un contratto in esclusiva con la Deutsche Grammophon, di cui è in assoluto l’artista più giovane e con cui realizzerà le seguenti incisioni: i Concerti per violino di Mozart con Claudio Abbado (1995), i 24 Capricci di Paganini (1997), i Concerti per violino di Tschaikowsky e Conus con l’Orchestra Nazionale Russa diretta da Mikhail Pletnev (2001) e “Pure Classics”, la compilation delle sue prime incisioni (2002). Suona un violino Stradivari del 1710 e un violino di Giovanni Battista Guadagnini del 1772.

domenica 27 gennaio 2019

David Garrett e il crossover

"Voglio che le famiglie portino i loro figli, voglio che vengano gli adolescenti, voglio i ventenni. Non voglio stare sempre fermo, voglio muovermi con il violino!"

Allora perché il borioso mondo della musica classica non gli ha voltato le spalle?

"Perché sono molto bravo," sorride.

 Forse uno dei video più belli. Il dolce ma potente urlo del violino ci restituisce il grande Freddie. Così tanti brividi. Tanta emozione. Energia da far piangere di gioia e commozione.
 Questo può fare il crossover. Questo può fare David. Poco cambia se è un palazzetto o una sala classica.

 PERCHE' LUI E' BRAVO, appunto

 

David Garrett suonando Max Bruch



Milano, 24 maggio 2012
L’eternità del violino all’Auditorium
Max Bruch: Concerto per violino e orchestra n.1 in Sol minore op. 26
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi; Violinista: David Garrett; Direttore: John Axelrod
di Tobia da Franchi e Dario Spreafico
"Nel concerto di questa settimana all’auditorium della musica di Milano troviamo un terzetto di autori non fra i più noti, tutti rappresentati da una composizione concertistica e con una netta prevalenza degli archi. Non può mancare dunque l’arco per eccellenza, il violino, e non può mancare il violinista d’eccezione: David Garrett. I tre compositori si susseguono durante la serata in una scala di notorietà .......Alla Bacewicz ha fatto seguito il Concerto per violino e orchestra n.1 di Bruch, compositore del tardo romanticismo tedesco vicino alle concezioni tradizionaliste di Brahms. Non sorprenderà allora trovare una composizione divisa ancora una volta in tre movimenti. Per eseguire la (non facile) parte solista entra in scena il protagonista della serata: David Garrett, divo ormai internazionale (è reduce dalla performance con Kaufmann durante la finale di Champions League a Monaco) che con acume la Verdi ha invitato nella stagione corrente. Se si ascolta una delle sue ormai famose cover di pezzi rock, ci si rende subito conto della sua virtuosità, ma sentirlo suonare dal vivo un brano appartenente al repertorio classico ce ne fa, se possibile, aumentare ulteriormente la stima. Che sia un grandissimo lo si capisce fin dalla prima nota: un attacco limpido, un suono talmente intonato da confondersi inizialmente con quello dei fiati, per poi emergere in un sontuoso crescendo. Segue un’esecuzione praticamente perfetta, caratterizzata da un’intonazione maniacale, anche nelle posizioni acute. Anche le parti più veloci sono eseguite con una precisione tale da far sembrare semplice un brano che assolutamente non lo è. Il Concerto di Bruch gli ha anzi dato modo di esibirsi. In molti punti (per esempio del primo movimento), infatti, lunghe cadenze interrompono il flusso orchestrale subordinandolo di fatto alle evoluzioni del solista che si avventura nelle regioni acutissime dello strumento. Senza cesura si passa all’Adagio, un grande movimento lirico tipicamente tardo-romantico dove l’orchestra accompagna ora molto più dolcemente il violino. Ancora una volta ci colmiamo di reminiscenze brahmsiane col terzo movimento, un Allegro Energico a ritmo di danza, saltellante, che offre nuovamente il destro ai numerosi virtuosismi del magistrale Garrett. È molto suggestivo osservare il suo atteggiamento, non solo mentre suona, ma anche se non soprattutto mentre non suona! Non sta fermo un attimo, segue con cenni del capo il ritmo della musica come se stesse eseguendo un brano rock, insomma, si vede che gusta davvero ciò che sta suonando. Emblematica poi l’espressione del suo volto, nonché il sospiro affaticato che emette ogni volta che smette di suonare, segno evidente della passione e dell’intensità che cerca di trasmettere attraverso ogni nota. Un ottimo esempio di performer moderno a tutto tondo, capace di essere uomo copertina e trascinare anche le generazioni più giovani portando loro il valore di un patrimonio musicale che non può andar dimenticato. Al termine dell’esecuzione, lo scrosciante e continuo applauso del pubblico lo costringe ad eseguire tre bis: una sua divertente versione del Carnevale di Venezia di Paganini, l’Andante della Sonata n. 2 di Bach e, per finire, un netto cambio di genere con l’esecuzione splendida e decisa della sua cover di Smooth Criminal di Michael Jackson. Ci pare doveroso citare anche la semplicità e la gentilezza di Garrett che, durante l’intervallo, si è fermato a firmare più di un centinaio di autografi, senza negare un sorriso ad alcuno dei suoi ammiratori."
tratto da
https://iltrilloparlante.wordpress.com/2012/05/30/leternita-del-violino-allauditorium/?fbclid=IwAR00lm5aSdUHD7lwsWetBJjlWNq8duMXpXpVucCIxBQZWAyAjgvlKCnwm5k