Uno spazio dedicato al Maestro David Garrett,al violinista virtuoso, al giovane che ama il rock.
Racconti,interviste, musica, riflessioni. Senza ordine cronologico. Solo per passione.

Se non studio un giorno, me ne accorgo io. Se non studio due giorni, se ne accorge il pubblico. (Niccolò Paganini)

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domenica 27 gennaio 2019

David Garrett suonando Max Bruch



Milano, 24 maggio 2012
L’eternità del violino all’Auditorium
Max Bruch: Concerto per violino e orchestra n.1 in Sol minore op. 26
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi; Violinista: David Garrett; Direttore: John Axelrod
di Tobia da Franchi e Dario Spreafico
"Nel concerto di questa settimana all’auditorium della musica di Milano troviamo un terzetto di autori non fra i più noti, tutti rappresentati da una composizione concertistica e con una netta prevalenza degli archi. Non può mancare dunque l’arco per eccellenza, il violino, e non può mancare il violinista d’eccezione: David Garrett. I tre compositori si susseguono durante la serata in una scala di notorietà .......Alla Bacewicz ha fatto seguito il Concerto per violino e orchestra n.1 di Bruch, compositore del tardo romanticismo tedesco vicino alle concezioni tradizionaliste di Brahms. Non sorprenderà allora trovare una composizione divisa ancora una volta in tre movimenti. Per eseguire la (non facile) parte solista entra in scena il protagonista della serata: David Garrett, divo ormai internazionale (è reduce dalla performance con Kaufmann durante la finale di Champions League a Monaco) che con acume la Verdi ha invitato nella stagione corrente. Se si ascolta una delle sue ormai famose cover di pezzi rock, ci si rende subito conto della sua virtuosità, ma sentirlo suonare dal vivo un brano appartenente al repertorio classico ce ne fa, se possibile, aumentare ulteriormente la stima. Che sia un grandissimo lo si capisce fin dalla prima nota: un attacco limpido, un suono talmente intonato da confondersi inizialmente con quello dei fiati, per poi emergere in un sontuoso crescendo. Segue un’esecuzione praticamente perfetta, caratterizzata da un’intonazione maniacale, anche nelle posizioni acute. Anche le parti più veloci sono eseguite con una precisione tale da far sembrare semplice un brano che assolutamente non lo è. Il Concerto di Bruch gli ha anzi dato modo di esibirsi. In molti punti (per esempio del primo movimento), infatti, lunghe cadenze interrompono il flusso orchestrale subordinandolo di fatto alle evoluzioni del solista che si avventura nelle regioni acutissime dello strumento. Senza cesura si passa all’Adagio, un grande movimento lirico tipicamente tardo-romantico dove l’orchestra accompagna ora molto più dolcemente il violino. Ancora una volta ci colmiamo di reminiscenze brahmsiane col terzo movimento, un Allegro Energico a ritmo di danza, saltellante, che offre nuovamente il destro ai numerosi virtuosismi del magistrale Garrett. È molto suggestivo osservare il suo atteggiamento, non solo mentre suona, ma anche se non soprattutto mentre non suona! Non sta fermo un attimo, segue con cenni del capo il ritmo della musica come se stesse eseguendo un brano rock, insomma, si vede che gusta davvero ciò che sta suonando. Emblematica poi l’espressione del suo volto, nonché il sospiro affaticato che emette ogni volta che smette di suonare, segno evidente della passione e dell’intensità che cerca di trasmettere attraverso ogni nota. Un ottimo esempio di performer moderno a tutto tondo, capace di essere uomo copertina e trascinare anche le generazioni più giovani portando loro il valore di un patrimonio musicale che non può andar dimenticato. Al termine dell’esecuzione, lo scrosciante e continuo applauso del pubblico lo costringe ad eseguire tre bis: una sua divertente versione del Carnevale di Venezia di Paganini, l’Andante della Sonata n. 2 di Bach e, per finire, un netto cambio di genere con l’esecuzione splendida e decisa della sua cover di Smooth Criminal di Michael Jackson. Ci pare doveroso citare anche la semplicità e la gentilezza di Garrett che, durante l’intervallo, si è fermato a firmare più di un centinaio di autografi, senza negare un sorriso ad alcuno dei suoi ammiratori."
tratto da
https://iltrilloparlante.wordpress.com/2012/05/30/leternita-del-violino-allauditorium/?fbclid=IwAR00lm5aSdUHD7lwsWetBJjlWNq8duMXpXpVucCIxBQZWAyAjgvlKCnwm5k

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