Uno spazio dedicato al Maestro David Garrett,al violinista virtuoso, al giovane che ama il rock.
Racconti,interviste, musica, riflessioni. Senza ordine cronologico. Solo per passione.

Se non studio un giorno, me ne accorgo io. Se non studio due giorni, se ne accorge il pubblico. (Niccolò Paganini)

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mercoledì 6 febbraio 2019

David Garrett e il Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 35 di Čajkovskij





"Di fatto è una delle pagine di più straordinario virtuosismo che per violino siano mai state scritte, e soprattutto nel primo e nell'ultimo tempo al solista sono affidati compiti veramente trascendentali. Le idee musicali in se stesse non sono tra le più felici che abbia concepite Čajkovskij ma ciaikovskiana al cento per cento è l'impostazione di tutta l'opera, nei suoi episodi enfatici come in quelli più liricamente raccolti. L'"Allegro moderato" iniziale è costruito in una forma di sonata trattata peraltro in maniera tutta personale, mentre nella "Canzonetta" troviamo l'idea melodica forse più genuina di tutto il Concerto (si noti all'inizio della parte solista una singolare reminiscenza verdiana). "L'Allegro vivacissimo" conclusivo è la pagina di più brillante virtuosismo del Concerto: i temi si rincorrono, si superano, si variano, conseguendo straordinari effetti di sonorità, dove sarebbe vano ricercare una profonda necessità d'espressione"
 (fonte: GUIDA ALL’ASCOLTO DELLA MUSICA SINFONICA Giacomo Manzoni Feltrinelli 1966 PAG. 131)

Appassionante e coinvolgente, denso di  varietà melodiche: malinconia, dolcezza e poi toni più affettuosi e delicati , fino ai festosi ritmi che ci rimandano al folclore russo. E inoltre,
attacchi pieni di tensione del violino solista.
Regala sensazioni spontanee di felicità, è  come una stretta di mano sincera e , riascoltato anche a distanza di anni, è come rivedersi con un caro amico.
Čajkovskij si era allontanato dai canonici schemi formali della tradizione classica e David Garrett  è perfettamente a suo agio in questo: fa sue tutte queste sfumature, queste coloriture per un'esecuzione ancora più 'personale' distinguendosi decisamente-come sempre, d'altronde- per estro, potenza, rigore.Sotto il segno di un travolgente dinamismo e di una vertiginosa fertilità di idee.

Qui l'esibizione al  George Enescu Festival nel settembre 2017 



“Il violinista arriva realmente alla suprema grandezza quando non è più lui che suona il violino ma quando l’arco strappa dall’anima sua, e non dalle corde, le note più imploranti e desolate.”
Giovanni Papini, “Il sacco dell’orco”

1 commento:

  1. David esegue il concerto dì Tchaikovsky n. 35 con abilità eccezionale ! Parola di una fan che è andata una decina di volte a sentirlo in Europa.
    Grazie Anna Maffei per i commenti sul blog!

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