Uno spazio dedicato al Maestro David Garrett,al violinista virtuoso, al giovane che ama il rock.
Racconti,interviste, musica, riflessioni. Senza ordine cronologico. Solo per passione.

Se non studio un giorno, me ne accorgo io. Se non studio due giorni, se ne accorge il pubblico. (Niccolò Paganini)

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giovedì 31 gennaio 2019

David Garrett:la musica classica e gli altri generi non si incontrano, si completano



 "Partirei dal Rock, genere amato, discusso, suddiviso spesso in varie categorie, per snocciolare questo articolo che ha lo scopo di ‘presentare’ a chi lo conosce, poco o tanto, a chi ne sente solo parlare, a chi lo ignora, il violinista di fama mondiale David Garrett.

Siamo alla fine degli anni sessanta ed alcuni pionieri iniziano a guardare al mondo della musica classica come riferimento per comporre, non una canzone ma lunghi brani con un tema di fondo che via via si arricchisce, racconta una storia, si dipana fino al finale. Parlo dei cosiddetti “concept album” e delle suites, movimenti tipici delle opere classiche. Nascono vere e proprie sinfonie rock. Qualche nome? Genesis e Pink Floyd, Deep Purple, Queen, R.E.M….

Direi quindi che si tratta di legami tra culture, intanto, non contaminazioni, e poi di comprendere che la musica classica è alla base di un albero genealogico di suoni e tendenze che si ramificano generando nuove esperienze e nuove sensibilità. E’ un bagaglio di duemila anni di musica, così come noi proveniamo dall’antichità greca e romana e i suoi miti: anche se non li si conosce bene, sono le nostre radici.

E David Garrett è soprattutto un violinista classico, nel senso più pieno del termine.

Qualche nota biografica giusto per capire di chi si parla. All’età di quattro anni suo padre comprò un violino destinato al fratello maggiore Alexander. Fu David, invece, a essere maggiormente incuriosito dallo strumento che imparò a suonare nel giro di pochissimo tempo. Un anno dopo, prese parte a un concorso musicale e lo vinse. A 7 anni iniziò a studiare violino al Conservatorio di Lubecca e all’età di 12 anni arrivò la sua collaborazione artistica con l’illustre violinista polacca Ida Haendel. Quest’esperienza gli offrì la possibilità di viaggiare nelle principali città del mondo, molto apprezzato dal pubblico.
La Filarmonica di Amburgo, riconosciuto l’ineguagliabile talento, lo convocò per una collaborazione, facendolo diventare il più giovane artista ad avere tale privilegio. La strada verso il successo iniziò nel 1994, a soli quattordici anni, quando David stipulò il suo primo accordo con la Deutsche Grammophon per l’incisione di alcune opere come solista. Intanto, lascia la famiglia e nel 2004 si diploma alla scuola di arte Juillard di New York. Il giovane David Christian Bongartz – suo vero nome – ha deciso di dimostrare a se stesso le vere capacità, non smette di migliorarsi ed accetta le ‘sfide’ del mondo della musica classica. Con ore ed ore di esercizi e studio, chiaramente. Per dirla con Paganini: “Se non studio per un giorno me ne accorgo solo io, se non studio per due giorni se ne accorgono tutti”. E Garrett studia anche in auto, spostandosi da un posto all’altro per concerti, nelle camere degli hotel, ovunque sia possibile, insomma, portando a spalla sempre il suo prezioso Stradivari. Istinto e dedizione, non genio e sregolatezza come mi ritrovo a leggere qua e là in brevi e affrettate recensioni. Che la genialità esista in lui non vi è dubbio: la tecnica è abbinata ad un gusto raffinato di ‘modificare’, senza toglierne l’essenza, anche pezzi classici da sempre suonati seguendo rigorosamente uno spartito. David Garrett non legge spartiti, le note le ha ben chiare nella testa e sulla punta dei polpastrelli pertanto gli è concesso anche rallentarle, accelerarle, consapevole che l’orchestra lo segue, lo osserva e la sintonia è assicurata. Non per niente suona con le migliori orchestre e, nei crossover, ha una band affiatatissima, dove basta un’occhiata per intendersi.

I crossover! Eccoci al punto. ‘Letteralmente’, in ambito musicale, crossover è un termine usato per descrivere materiale preso in prestito da generi differenti la cui popolarità supera i confini convenzionali della musica e dei suoi stili. E, come dicevo all’inizio, non è contaminazione ma ‘fusione’, che è ben diverso.

Ebbene sì, il violinista in questione, dopo aver prodotto album prettamente classici, dal 1995 al 2008, con vari dischi d’oro e di platino decide di donare parte dell’anima rock che vive in lui come in molti giovani del suo tempo alle corde del suo violino. E, per favore, non lo si definisca più sex-symbol, rockstar del violino, quando non si scade in termini quali ‘metallaro’ e simili. E’ un giovane artista, usa un abbigliamento informale, degli anelli e collane di ottimo impatto e mai volgari e qualche ‘bel’ tatuaggio (se ne vedono di orrendi in giro, in verità!)

E allora? Cosa tolgono questi dettagli alla grande carica emotiva che trasmette un concerto, classico o crossover che sia, di un David Garrett? Di certo il suo bell’aspetto aiuta ma aiuta perché nelle esecuzioni è sempre appassionato, coinvolgente, sorridente. David ‘parla’ attraverso il violino e comunica col pubblico attraverso sguardi sempre garbati e rispettosi. Bach, Mozart, Beethoven, Mendelssohn, Paganini, Bruch, Ciajkovskij, Dvorak, Prokofjew, Vittorio Monti, Edward Elgar e Kreisler eseguiti in sale classiche, catturano l’attenzione di un pubblico che vai 4 ai 90 anni, un pubblico che non può restare indifferente davanti a tanta maestria e scioltezza.

Brian May, Angus Young, Slash, Kirk Hammett, Jimmy Page, Kurt Cobain , Axl Rose , Michael Jackson, Prince, Cold Play, Eminem, sono solo alcuni dei nomi suonati nei crossover e magicamente quel violino ‘canta’ oltre a far diventare, ad esempio, un pezzo rap come Lose Yourself una vera e propria sinfonia. Però – attenzione – il suo viso, i lineamenti, cambiano notevolmente quando si accinge a suonare un pezzo classico, sebbene ‘rivisitato’: è più immerso, chiude gli occhi, è attento alle sue stesse dita che scivolano sulle corde e la sensazione è quella di enorme riverenza verso i grandi del passato che hanno lasciato in eredità questi gioielli artistici. Rispetto solenne per la classica, dunque, e rigore, fantasia e divertimento nei crossover. Laddove per divertimento si intende un lavoro cesellatissimo di adattare ad uno strumento ad arco melodie pop-rock senza stravolgerle.

Questo artista di fama mondiale viene spesso in Italia e chi ha avuto modo di ascoltarlo in entrambi i ‘generi’ non potrà che dar ragione a quanto scritto. Non fa il divo, Garrett, anzi lo si percepisce come familiare, non distaccato, anche dalle tavole di un Auditorium riservato solitamente al pubblico colto di classica...." 

-tratto dall'articolo publicato in QUESTO LINK 

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2007 - Virtuoso - disco di platino in Germania.

PRIMO ALBUM CROSSOVER di David Garrett (cliccare sulle foto per acquistare in Amazon)






In questo album, spicca, tra gli altri, 'Toccata', una deliziosa versione rock del grande Back (non è come quella dell'album Rock Symphonies)  che, nel video in basso, fa da colonna sonora ad un'esibizione di tango e, a seguire, David Garrett che la suona in concerto a Toronto nel 2009







1 commento:

  1. Pur conoscendo i dettagli dell’evoluzoone musicale di questo sommo artista, ho letto con piacere i commenti sulla sua brillante personalità, Sono convinta che non si fermerà mai e che ci regalerà momenti di grande emozione! Perché lui è bravissimo a toccare le corde della nostra anima quando tocca le corde del suo fantastico violino 🎻!

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